mercoledì 12 dicembre 2007

IO e la MATEMATICA

Il corso di matematica affrontato durante l’anno mi ha dato l’opportunità di riflettere più a fondo sull’importanza di questa disciplina nella vita di tutti i giorni e sul mio rapporto con essa. Ecco, perciò, la storia del mio rapporto con la matematica, dall'infanzia fino ad oggi.
Fin da piccola, ho sempre avuto la passione per le materie scientifiche, tra cui anche la matematica. Con il passare del tempo, l’amore per la scienza, la biologia e la chimica è rimasto (se non addirittura aumentato), mentre quello per la matematica si è sempre più affievolito fino a scomparire del tutto… anzi, in certe occasioni si è addirittura trasformato in odio!Il primo approccio con questa materia è stato piacevole e coinvolgente, anche perché alle elementari ho avuto la fortuna di trovare insegnanti molto preparati e competenti che hanno saputo farmi apprezzare anche le materie più difficili e temute.Ricordo ancora che la mia maestra ci faceva usare sempre i regoli per fare i calcoli e per farci capire il concetto di unità e di decina. Questa era per me un’attività molto divertente e, allo stesso tempo, decisamente utile.Dopo averci insegnato i concetti di base, la mia insegnante passò a spiegarci le varie operazioni aritmetiche, utilizzando come supporto non solo l’indimenticabile sussidiario, ma anche strumenti concreti (anche in questo caso ci faceva “giocare” con i regoli). La parte che ricordo con meno piacere, è quella in cui ci interrogava ogni giorno sulle tabelline… per noi alunni non era affatto divertente questa sua “abitudine”, però devo riconoscere che con il tempo si è rivelata molto costruttiva.Insomma, tutto sommato le mie prime esperienze con la matematica non sono state poi così traumatiche, anzi, devo ammettere che sono state addirittura divertenti.Ma era tutto troppo bello per essere vero!!!I primi problemi con la matematica sono comparsi alle medie, nonostante la bravura ma, soprattutto, la pazienza del mio professore, che invano ha tentato di salvare me e i miei compagni dall’oblio in cui stavamo sprofondando… Insomma, quando il livello delle conoscenze e delle competenze richieste in questo campo si è alzato, ho avuto sempre più difficoltà a capire e memorizzare tutte le nozioni di questa materia, tanto che il professore ci faceva stare a scuola un pomeriggio alla settimana solo per farci svolgere delle “mini-verifiche” (problemi, equazioni e operazioni varie) sulla parte di programma spiegata fino a quel momento.Alla fine, comunque, con tanta fatica e tanto impegno, alle medie sono sempre riuscita a cavarmela.Per quanto riguarda le superiori, invece, durante i cinque anni ho avuto diversi alti e bassi, probabilmente dovuti anche ai frequenti cambi di professore.Ricordo che in prima liceo avevo una docente molto brava e paziente, sempre disponibile a rispiegarti dei concetti nel caso non li avessi capiti. Con lei andavo molto bene, anche perché aveva un metodo di lavoro molto efficace; dico efficace perché riusciva a rendermi comprensibili i vari concetti matematici che ci spiegava (missione decisamente ardua, considerando le mie enormi lacune a riguardo).Ma anche questa volta (notare la mia “fortuna”) le cose non durarono a lungo.In seconda superiore, infatti, ci cambiarono docente, e a insegnarci matematica arrivò una professoressa molto severa ed esigente (la chiamavano tutti Hitler!), che però sapeva fare il suo mestiere. Anche con lei, infatti, avevo dei buoni risultati e riuscivo a capire una buona parte delle cose che spiegava a lezione; quindi, tutto sommato, nonostante i metodi più rigidi, non andavo poi così male. Questo, però, per quanto riguarda i risultati. Se devo parlare del mio umore e del mio stato d’animo ogni volta che entrava in classe, allora le cose cambiano… Per quanto, infatti, avesse dei metodi chiari ed efficaci, era così severa e “bacchettona”, che mi metteva sempre ansia e agitazione (le quali arrivavano all’apice durante le intererogazioni!). Penso, perciò, che il mio astio verso la matematica sia nato in quel periodo.In terza superiore, come se non bastasse, cambiai nuovamente professore; questa volta, però, la nuova docente seguì la mia classe fino alla quinta (e quindi, era presente anche all’esame di stato). Con lei la situazione si rovesciò rispetto all’anno precedente. Questa insegnante, infatti, era un po’ severa (quel che bastava per tenere a bada una classe di scatenati come la mia), però era allo stesso tempo molto gentile e disponibile. In classe riusciva a creare un clima sereno e tranquillo, totalmente diverso da quello che si instaurava con la precedente insegnante.Purtroppo, però, non sempre è tutto oro quel che luccica… infatti, con mio grande dispiacere, dopo qualche lezione mi resi conto che non capivo niente di quello che spiegava!!! Non ho mai compreso davvero il perché, ma tutto ad un tratto ero diventata una vera somara! Insomma, piano piano ho incominciato a perdere colpi e a capire sempre meno, e dato che nel programma di matematica degli anni seguenti, se non avevi capito le cose fatte in precedenza non riuscivi a capire i nuovi concetti, sono rimasta sempre più indietro… per fortuna, nonostante le numerose insufficienze e le continue delusioni, sono riuscita a cavarmela lo stesso.Non dico che l’esperienza degli ultimi anni di scuola mi abbia traumatizzata (ci vuole ben altro!), però ha decisamente deteriorato il mio rapporto con la matematica. Probabilmente è per questo motivo che quando ho letto che nel piano di studi dell’Università erano compresi degli esami di matematica, un po’ mi è venuto un nodo allo stomaco, però, per fortuna, il modo in cui è stato costruito questo corso mi ha tranquillizzata e mi ha fatto riavvicinare a questa materia tanto difficile, ma anche molto bella ed affascinante.

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